venerdì 24 aprile 2015

In Marocco con Matisse [moda+pittura]

Ci siamo salutati con un quadro del 1912 e ci ritroviamo con un altro dipinto del 1912: "Zorah sulla terrazza" di Henri Matisse.
Quest'opera mi ha aperto una finestra del tutto nuova (per l'ignorante che sono :) sulla vita artistica di Matisse. Già mi aveva incuriosito che il pittore francese avesse avuto il gusto esotico di dipingere una serie di odalische, ma con questo "Zorah sulla terrazza" scopro che il suo amore per Africa e Oriente è stato ben coltivato, anche grazie ad una serie di viaggi in terre più o meno lontane. Anzi, si può dire che la sua pittura fauve sia nata proprio grazie all'incontro con i colori e la cultura di un affascinante "altrove".


Nello specifico, Zorah è una ragazza marocchina immortalata nella sua città, Tangeri, visitata da Matisse nel 1912. Henri aveva sentito il richiamo del Marocco e della sua particolare luce, una luce rarefatta e pura che esalta i colori (da quelli caldi del deserto e delle kasbah - magnifiche cittadelle che sembrano giganteschi castelli di sabbia - a quelli variopinti e freschi delle case cittadine, nelle labirintiche medina).
Tangeri è la prima città che si incontra in Marocco arrivando dalla Spagna via Gibilterra, ed è lì che sbarcò Matisse nel gennaio 1912, memore delle esperienze "luminose" di un altro pittore (Delacroix) ma deciso a scoprire in libertà il proprio personale incontro con questo esotico mondo. Una curiosità: da sue lettere sappiamo che il primo impatto fu deludente e mise alla prova la sua pazienza. Scriveva infatti a Gertrude Stein, dopo un viaggio per mare alquanto burrascoso e l'arrivo sotto una pioggia persistente: "Vedremo mai il sole in Marocco? Come andremo a finire? Basterà un niente per farci tornare a Parigi a cercare il sole. Impossibile uscire dalla nostra stanza [...]. Qui fa chiaro come in una cantina".

La cosa mi fa sorridere perchè anch'io nel mio viaggio in Marocco sono arrivata via mare a Tangeri... sotto la pioggia! Ma poi pure io sono riuscita a "vedere la luce" ed è stata un'esperienza indimenticabile, un Viaggio con la V maiuscola. Sarà per questo che quando ho visto la Zorah di Matisse ho intuito immediatamente che doveva trattarsi di una scena marocchina. All'inizio potevo avere qualche dubbio su altri luoghi nordafricani che non conosco di persona, ma quelle babbucce a punta mi ricordavano troppo quelle viste a bizzeffe nei suk di Fez o Marrakesh... e quando ho avuto la conferma ufficiale sono stata molto contenta. Perchè allora Zorah e Matisse mi avevano proprio "chiamata" a loro: ero in cerca di un quadro a tema tunica ed ecco che finisco in Marocco, il luogo dove ho comprato la mia tunica più bella! La mia è un po' più sobria - base nera e motivi pastello - ma riconosco il taglio, lo scollo, il ricamo lungo i bordi... qui siamo in presenza di una vera tunica tradizionale marocchina, anzi un caftano dato che per Zorah è lunga fino ai piedi.

Vedete, siamo già arrivati a parlare del lato moda del dipinto e non ho detto quasi niente del quadro in sè; ma gli elementi emergeranno pian piano lungo la descrizione dell'outfit.
Quale outfit? Ma quello che vi propongo a ispirazione del dipinto, ve ne siete scordati? ;)


Matisse ha giocato su toni molto freschi e luminosi, tra il giallo dorato del sole e dei motivi sulla tunica e l'azzurro che avvolge tutto come in un acquario, un azzurro che risulta chiaro persino essendo ombra. Per la tunica che vi propongo io ho semplicemente smorzato la componente dorata:

Ikat Tunic, Turquosie




Più profondo è il blu che fa da tappeto a Zorah e che io vi ripropongo sotto forma di leggings:

Dorothy Perkins Petite electric purple "Eden" jeggings






Il velo che Zorah indossa sul capo diventa invece una sciarpina bianca leggera,
per riparare all'occorrenza collo e orecchie dal vento primaverile:

Banana Republic Demi Textured Scarf Size One Size - White





Interessante quel triangolo di luce che Matisse ha messo nell'angolo in alto: il suo taglio netto
lo vedo bene ripreso nella severità di un blazer, mediata dalla dolcezza del colore.

Zara Piqué Blazer





Per completare il look ho utilizzato i due elementi che Matisse ha posizionato accanto a Zorah, giocando però a rovesciarne i colori.

Le babbucce diventano ballerine affusolate (tra l'altro di gran moda), mentre la borsa non poteva essere altro che... la boccia dei pesci rossi, peraltro un soggetto molto caro a Matisse.

SixtySeven Jordana Pointed Toe Flat






Orange & Blue Fish Print Jute Beach Tote





Prima di salutarci con la consueta immagine-collage del look vi ricordo che Gillipixel di Andarperpensieri mi ha ancora una volta aspettato con pazienza ed oggi vi propone la sua versione dell'opera di Matisse, girovagando per riflessioni artistiche fino ad approdare al dolce sorriso di Zorah e alle sue sosia più famose. Buona lettura e buon weekend!



4 commenti:

  1. Bellissimo il tuo excursus tra esperienze personali e riferimenti matissiani, Kika :-)) io mi sono soffermato poco sul quadro, ma ci hai pensato tu a dovere :-))) il "problema" è che ogni quadro è un mondo, quelli di Matisse poi ancor di più, si potrebbero osservare per giorni interi senza venire a capo della riserva di sorprese che ti regalano :-)))

    La tua interpretazione in chiave di moda è stupenda...la tunica coglie in pieno non solo l'abito di Zorah, ma addirittura tutta l'atmosfera da cui è circondata...eccezionale il tocco della giacca gialla :-) uno spicchio di sole messo insieme al resto della luce della stanza :-) e bellissima pure la borsa acquario :-)

    Mi sono divertito a fare questa puntata e ancor più son stato contento a leggere e vedere le tue magie :-)

    Bacini nell'acquario :-)

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    Risposte
    1. Grazie Gilli :) Eh sì, anche stavolta nessuna sovrapposizione, non abbiamo perso il nostro smalto (o la magia che ci consente di fare così senza metterci d'accordo :)
      Devo dire che anch'io la ritengo una delle mie ricostruzioni più riuscite, e la cosa mi mette di buonumore, si vede che le energie creative arretrate si sono accumulate ;)
      Bacini pesciolini :)

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  2. Un bellissimo quadro, non lo conoscevo! L'interpretazione dell'outfit è davvero particolare, tunica e scarpe sembrano quasi dipinte! Ottime scelte!

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    1. Grazie LAJolie! In effetti è un quadro pressochè sconosciuto di Matisse, come tutti quelli in cui ritrasse donne viste nei suoi viaggi esotici. E' un mondo che sto scoprendo proprio ora anch'io grazie al blog!

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